L'importanza dell'amen



Qualcuno ha detto che il termine Amen è un termine che non si può tradurre, ma che è veramente ricco di significato!
Il significato comune che viene dato, “Così sia”, spinge a travisare completamente il termine, che non vuole essere affatto espressione del conformismo e non deve mai essere usato in maniera passiva (debole, fiacca, apatica).
Detto questo, è importante considerare la sua etimologia ebraica, perché amen è una parola della lingua aramaica. Essa deriva da un verbo che significa “essere fermo, stabile, sicuro, certo, veritiero”, da cui deriva il senso di “prestar fede, credere”.

Noi sappiamo che è Dio che “fa stabile, rende fermo, sicuro” e di conseguenza “gli si presta fede”, in una parola “gli si crede”.
Ogni volta che diciamo amen, affermiamo la fedeltà di Dio che è Colui che resta stabile/fermo nel Suo patto in eterno e affermiamo la nostra fede, cioè la nostra volontà di stabilità e fermezza nel Dio del Patto che professiamo nostro Re e nostro unico Signore.
Quando pronunciamo l’amen, non stiamo recitando una formula, ma stiamo facendo un’autentica, completa professione di fede.
L’amen va  quindi usato con entusiasmo, con decisione da parte del credente.

Nell’Antico Testamento
In sostanza, l’amen è utilizzato:

- dopo che Dio parlava: “affinché io possa mantenere il giuramento che feci ai vostri padri, di dar loro un paese dove scorre il latte e il miele, come oggi vedete ch’esso è”. Allora io risposi: “Amen, o Eterno!” (Geremia 11:5).
- per accettare in piena coscienza quanto veniva detto da qualcuno, per manifestare il proprio assenso o per augurarsi che un evento accadesse: “allora il sacerdote farà giurare la donna con un giuramento d’imprecazione e le dirà: L’Eterno faccia di te un oggetto di maledizione e di esecrazione fra il tuo popolo, facendoti smagrire i fianchi e gonfiare il ventre; e quest’acqua che arreca maledizione, t’entri nelle viscere per farti gonfiare il ventre e smagrire i fianchi! E la donna dirà: Amen! amen!” (Numeri 5:22); “Benaia, figliuolo di Jehoiada, rispose al re: ‘Amen! Così voglia l’Eterno, l’Iddio del re mio signore!” (1 Re 1:36); “Il profeta Geremia disse: “Amen! Così faccia l’Eterno! L’Eterno mandi ad effetto quel che tu hai profetizzato, e faccia tornare da Babilonia in questo luogo gli arredi della casa dell’Eterno e tutti quelli che sono stati menati in cattività!” (Geremia 28:6);
- per confermare in maniera solenne una testimonianza o per convalidare un giuramento “Io scossi inoltre il mio mantello, e dissi: ‘Così scuota Iddio dalla sua casa e dai suoi beni chiunque non avrà mantenuto questa promessa, e così sia egli scosso e resti senza nulla!’ E tutta la raunanza disse: ‘Amen!’ E celebrarono l’Eterno. E il popolo mantenne la promessa” (Nehemia 5:13); (Deuteronomio 27:15-26);
- al termine di preghiere, ringraziamenti, benedizioni o dossologie pubbliche “Benedetto sia l’Eterno, l’Iddio d’Israele, d’eternità in eternità!” E tutto il popolo disse: “Amen”, e lodò l’Eterno” (1 Cronache 16:36); “Esdra benedisse l’Eterno, l’Iddio grande, e tutto il popolo rispose: “Amen, amen” (Nehemia 8:6); “Benedetto sia ancora eternamente il Nome suo glorioso; E sia tutta la terra ripiena della sua gloria. Amen, Amen” (Salmo 72:19); “Benedetto sia il Signore in eterno. Amen, Amen” (Salmo 89:52); “Benedetto sia il Signore Iddio d’Israele di secolo in secolo. Or dica tutto il popolo: Amen. Alleluia” (Salmo106:48).

Nel Nuovo Testamento
Tutti i libri del Nuovo Testamento, tranne il libro degli Atti, l’epistola di Giacomo e di 3 Giovanni, si concludono con l’uso della parola amen.
L’amen è usato dall’apostolo Paolo nei seguenti passi: “essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna, e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen” (Romani 1:25); “dei quali sono i padri, e dai quali è venuto, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen” (Romani 9:5); “Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui son tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen” (Romani 11:36); “Or l’Iddio della pace sia con tutti voi. Amen” (Romani 15:33); “Altrimenti, se tu benedici Iddio soltanto con lo spirito, come potrà colui che occupa il posto del semplice uditore dire ‘Amen’ al tuo rendimento di grazie, poiché non sa quel che tu dici?” (1 Corinzi 14:16); “grazia a voi e pace da Dio Padre e dal Signor nostro Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati affin di strapparci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre, al quale sia la gloria ne’ secoli dei secoli. Amen” (Galati 1:5); “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia col vostro spirito, fratelli. Amen” (Galati 6:18); “a Lui sia la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù, per tutte le età, ne’ secoli de’ secoli. Amen” (Efesini 3:21); “Or all’Iddio e Padre nostro sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen” (Filippesi 4:20).
Ed ancora in 1 Timoteo 1:17; 6:16; 2 Timoteo 4:18.

L’amen è usato dallo scrittore agli Ebrei (13:21,25).

L’amen è usato da Pietro (1 Pietro 4:11; 5:11; 2 Pietro 3:18).

L’amen è usato da Giuda (v.25).

E’ riportato nel libro dell’apocalisse:
“E le quattro creature viventi dicevano: Amen! E gli anziani si prostrarono e adorarono” (Apocalisse 5:14)
“E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: “amen!” (Apocalisse 7:12).
Come fiduciosa adesione alla dichiarazione divina: “Colui che attesta queste cose, dice: “Si, vengo presto!” Amen! Vieni, Signor Gesù!” (Apocalisse 22:20).
“Ecco, Egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno lamenti per Lui. Sì, amen” (Apocalisse 1:7). Qui, il consenso personale dell’apostolo è rafforzativo dell’amen: “Sì, amen”.

L’uso dell’amen è attestato anche da diversi antichi autori cristiani tra i quali Giustino (II sec. d.C.), Tertulliano (prima metà del II sec. d.C.) e Girolamo, il quale afferma che, ai suoi giorni (IV sec. d.C.), alla fine della preghiera pubblica i fedeli avevano l’abitudine di rispondere con un “tonante” amen.

Dio è amen!
Amen è il nome di Dio in quanto si è liberamente impegnato e rimane fedele alle sue promesse.
È il profeta Isaia che chiama Dio: Amen!
“Chi vorrà essere benedetto nel paese, vorrà esserlo per il Dio-Amen (Dio fedele o Dio di verità)” (65:16). Credere e invocare Dio amen significa avere fiducia in Lui, poiché le promesse che egli ha fatto agli uomini sono qualche cosa di solido di fermo che impegna una fedeltà a tutta prova.

Cristo è amen!
Gesù Cristo è l’Amen di Dio. Infatti per mezzo Suo Dio realizza pienamente tutte le Sue promesse.
In Apocalisse 3:14, l’Amen o Dio di verità è anche un titolo dato al Signore Gesù Cristo: Egli è “l’Amen, il testimone fedele e verace, il principio della creazione di Dio”. Cristo è il Dio di Verità, Colui che è fedele e verace, affinchè tutte le Sue parole siano compiute. Egli è costante ed immutabile in tutti i Suoi scopi e nelle Sue promesse.
Gesù infatti è la Parola stessa di Dio, è l’Amen per eccellenza. Per questo quando parla può benissimo iniziare con un amen ripetuto: “Amen amen, io dico a voi...”. Una formula che troviamo spesso nel vangelo di Giovanni che viene tradotto: “In verità vi dico”, ma che potremmo così tradurre: “Ecco ciò che dice il Testimone veramente fedele”. Essa sottolinea che Gesù è l’inviato di Dio e che dice parole vere.
Anche San Paolo presenta Gesù come Testimone fedele e verace di Dio. Egli usa un altro termine simile all’amen che è il vocabolo “si”. Scrive infatti ai cristiani di Corinto: “Il Figlio di Dio Gesù Cristo, non fu si e no, ma in Lui c’è soltanto il si. Per questo sempre attraverso Lui sale a Dio il nostro Amen per la sua gloria” (2 Corinzi 1:19).
“Le promesse di Dio sono in Lui si e amen” (2 Corinzi 1:20), le Sue testimonianze sono sempre vere. Noi possiamo contare su tutto ciò che Egli dice nella Sua Parola!
Credere e invocare Gesù Cristo “Amen” significa proclamare che egli è la “Verità incarnata” (Giovanni 14:6) la “Perfezione incarnata” (Luca 1:35) la “Fedeltà incarnata” (Giovanni 6:37).

L’alta considerazione data all’amen è evidente dal modo in cui, ancora oggi, i giudei precisano si deve pronunciare, e cioè in modo non sciatto, sconsiderato o eccessivamente prolungato.

Conclusione.
Da quanto abbiamo considerato, è importante sottolineare il significato spirituale e biblico contenuto nella parola ‘Amen’, e che, nelle nostre comunità, non dobbiamo pronunciare l’amen solo come prassi liturgica, ma con puro sentimento di cuore, con piena partecipazione e consapevolezza, in maniera solenne.
Il predicatore deve conquistarsi l’attenzione della comunità e l’amen mediante la predicazione della Parola (2 Timoteo 4:2) e l’unzione dello Spirito Santo. L’amen di chiusura alle preghiere innalzate ad alta voce da colui che lo Spirito guida nell’assemblea, va pronunciato in maniera corretta se si è concentrati sulla preghiera elevata e quando si esprime il proprio consenso alle richieste avanzate (1 Corinzi 14:16).
Il grande pericolo è quello di abbandonare “la religione dello Spirito” per abbracciare la religione delle tradizioni e delle prassi.


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